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“La disperata ricerca d’amore di un povero idiota”, l’ultimo lavoro di ilare riflessione di Pif

Amore e disperazione fanno spesso il paio in frasi – alle volte titolazioni di testi – che contengono ambedue i termini, talvolta in chiave più o meno ironica, in altre no. Fa strano pensare che il sentimento per eccellenza, da cui poi le tante sfumature e declinazioni, possa essere associato ad un aggettivo così perturbante, che esarceba il contrario di quanto l’amore fa immaginare. “Disperato” è senza speranza, esattamente quella che – in modo alle volte illusorio – ti fa credere abbia sempre in serbo l’amore.

La disperata ricerca d’amore di un povero idiota (Feltrinelli, 2022) è l’ultimo romanzo di Pif – Pierfrancesco Diliberto – che non delude le aspettative di chi intende risentire la sua “voce” narrante che torna per una nuova storia piena di amara verità e riflessione nello scorrere, però, di una narrazione simpatica – a tratti divertente.

Potremmo dire che la validità dell’algoritmo che innesca una rocambolesca storia di avventure per Arturo si conferma anche per quello letterario di Pif.

A distanza di anni dalle scuole superiori si incontrano di nuovo l’irritante Gianfranco Zamboni e il protagonista Arturo Giammaresi: il primo ingegnere, sposato con tre figli; l’altro appena travolto dalla consapevolezza di essere giunto a compiere quarant’anni, senza avere nient’altro che il suo lavoro. E’ così che decide di sottoporsi alla fase sperimentale della nuova app che stanno mettendo appunto per trovare “l’anima gemella”. A dispetto dei luoghi comuni che hanno protratto l’idea che una sia l’anima gemella al mondo, quelle che l’algoritmo seleziona per Arturo sono addirittura “sette”.

«L’algoritmo ha individuato sette ragazze che potrebbero essere le mie sette anime gemelle!»

«Sette? Ma non c’era l’anima gemella? Una?»

«Sì, lo so. Pure io lo pensavo, ma a quanto pare nel mondo esistono molte anime gemelle della nostra»

Carlo mi guardò come se avessi bestemmiato. « E quante ce ne sarebbero?»

«Tante, tantissime!»

Con una formula, decisamente esilerante, l’autore trova il modo di costruire scene in cui si palesano le contraddizioni dell’uomo, soprattutto in fatto d’amore, combattute tra la tradizionale fragilità fra il tramonto delle vecchie certezze e le “speranze” ramificate in nell’avvento di nuove “verità”. Allora ecco che nella storia di Pif fanno il paio l’amore e la disperazione di un “povero idiota”: “idiota” perchè la “ricerca” è “disperata”, “povero” perchè, in fondo, l’amore richiede sempre indulgenza.

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