Non è un’ipotesi da scartare: lo Spirto Santo probabilmente non è stato considerato al femminile per pure sincronie storico-culturali: quasi esclusivamente uomini colti, quindi intenti ad occuparsi di teologia, necessità di approntare delle spiegazioni lapidarie rispetto ad un credo da fortificare. Insomma: autorità maschile, con caratteri androgeni. Cosa c’entra tutto questo con il divertente e provocatorio libro “Syndromi a caso”? Ve lo svelo subito: il livello di sfida culturale per pensare ad un mondo più femminile!
“Syndromi a caso* e come curarle – volevo dire: ‘a cazzo’. Dannato correttore!” è il primo libro di “Syndrome magazine”, una rivista compleatamente on-line diretta da Charlie Syns, dedicata esclusivamente alla “satira, solo per donne” col sottotitolo “ma se avete amici boni, portateceli”. Sì perchè l’ironia è la chiave principale che trascina tutte le battute di queste pagine virtuali, così come quelle che compongono il libro, frutto della collaborazione di moltissime donne da diverse parti del mondo.
Una reinterpretazione contemporanea del tradizionale coperta pachtwork. Nella reale unione con noi stesse potremmo aver bisogno di veder cucite uno accanto agli altri i ricordi di tantissime donne, co-autrici comiche e satiriche, dall’Italia e dal mondo, “persone di tutti i tipi e di tutti i pensieri. Purchè donne”. E via con tutte le avventure al femminile che vengono catalogate come sindromi, quella del Bel tenebroso, di Makkemagni, di Adamo, del Selfie, del Mondo, dell’ Altro Mondo, del Selècercata, d’Acquisto, del Lavoro, di Voi italiani, delle Serie, della Befana, del Gatto in testa, delle Feste, di Macheèstaroba, del Rientro.
Protagonista? La forza di mettersi in discussione, sfatare qualche luogo comune con il pragmatismo acme di qualche esemplare femminile di rara bellezza, pur cadendo in qualche altra immagine, altrettanto stereotipata di oppositività ai clichè, comunque tutto ben compresso e pensato. Infondo, è chiaro “ci sono mille donne, mille sindromi, ma una sola cura: noi. Noi siamo l’altra metà della satira. Noi siamo la sindrome e siamo la cura”.
Ecco è il caso di dire che in questo libro ci sono le donne e tutta loro speciale complessità che le rende capaci di grandi successi e grandi scleri nell’alternanza di cinque minuti, in grado di tornare ad amare dopo ogni ferita e che hanno riserve d’affetto per chiunque si affacci nella loro avventurosa vita. In queste pagine ci sono donne che amano donne e per questo non si prendono troppo sul serio. Ripartono dal loro gran cuore, ma sottolineando che quegli atri e ventricoli si muovo all’unisono con gli input del cervello anzi, probabilmente, alle volte quest’ultimi sono anche più veloci dc è il battito a faticare a stargli dietro. Succede quando le donne già sanno, quando attivano il “terzo occhio”, i ricettori della pelle ed tutto qui: già sanno. E rompono le scatole, cavolo, se rompono, ma sono loro, sono così loro stesse anche ferme in mezzo alla tempesta.
Sono loro quando hanno voce a sufficienza per rompere gli schemi, inchiostro in abbondanza per distruggere tutte quelle noiose routine immaginarie di figure, parole, aspettative. Sono loro in queste pagine in cui lanciare la “definizione” della “sindrome”, proporre delle verosimile “testimonianze” ed alcune “possibili terapie”. Un gioco dialettico e culturale: non il primo, forse neanche l’ultimo (si spera!), ma simpatico al punto da poter tenere la copertina tra le mani e pensare: “però… in effetti…” e magari ridere, ridere e sorridere, di gusto. Insomma è il libro giusto per scherzarsi, conquistare qualche anno di vita con qualche risata e urlare diverse volte: “è vero!”, “ma infatti!” e pensare compiaciute alle donne. Quelle vere e sincere.
PS la mia foto è dedicata ad una Syndrome che potrà allungare l’elenco. “FemmeFatale alla porta? No grazie, mollettone giallo forever!”.