Beautiful Chronicles

La scugnizza in broccato: storia della costumista Paola Nazzaro, da Fellini a Netflix [VIDEO]

Insomma “ricordi brutti pochi” per una donna che porta su ogni set “rispetto, tempo, idee, soluzioni ed esige altrettanto”, per lei “l’obiettivo principale è sempre portare in salvo il lavoro nel migliore dei modi” e se per questo fosse necessario “schioccare la frusta della parola, delle azioni o dei provvedimenti” non avrebbe alcuna remora nel farlo o addirittura di far sparire tutto in un solo colpo. Guai, quindi, a fraintendere la sua gentilezza e disponibilità e approfittarne, e ancor peggio a chiamarla insensatamente “amore” o “tesoro”: lei è Paola e detesta le “parole inflazionate, usate inappropriatamente o sovradimensionate”. Uno sdegno che spiega affermando che la “irrita l’uso omologato delle parole, da talk show, la pigrizia comunicativa, la plastificata emulazione”.

D’altro canto le abilità e le passioni della Nazzaro non si fermano al “costruire visioni” esclusivamente di moda. Nei suoi giorni c’è lo sport, il motociclismo, la danza. In quello che lei chiama “ laboratorio alchemico del suo divenire” hanno trovato spazio tanti mondi paralleli, fatti anche di studi di psicanalisi, di sociologia, di teologia, “come conoscenza esercitata – dice – nel sottosuolo di me stessa per affrontare progetti sempre più difficili”.

Nel 2012 firma, come autrice, il suo primo libro “Carezze, Korazze & Skizzi di vita” (Edizioni Progetto Cultura, 2012) i cui racconti hanno ricevuto tanti riconoscimenti. “Passare dal linguaggio cromatico dei costumi scenici, dalla materia delle stoffe, alla parola scritta – spiega – è il risultato dello studio di film cult, dei loro dialoghi, dei loro tagli di luce; film come quelli di Stanley Kubrick, Orson Welles, Won Karvai, Sergio Leone, Luchino Visconti, Oliver Stone e le letture di tante scrittrici del Novecento”.

E proprio durante il lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19 è ripartita con una doppia sfida per la sua creatività: non solo ha brevettato e depositato il marchio di una linea di mascherine luxory “Skontagius Luxory Mask” – che ha avuto un grande successo nell’idea di coniugare stile, eleganza e la sicurezza di indossare il dispositivo di protezione individuale avvicinandosi di nuovo, pian piano, alla quotidianità – ma si è anche riseduta alla scrivania per dare inizio alla stesura di un nuovo libro.

“Personalmente ho sentito che dovevo mettermi all’opera subito per approfittare del lusso di questo tempo sospeso, per dare la precedenza ai mie sogni più volte interrotti e per realizzare quelli altrui” – svela, e aggiunge: “il libro è un testo dalla gestazione difficile, complessa, ma in dirittura d’arrivo. Solo un indizio: apocalittico, dal linguaggio molto cinematografico”.

Proprio a proposito dei sogni degli altri, nonostante in precedenza non abbia mai scelto di accettare proposte per la realizzazione dei costumi di scena di cortometraggi, durante la pandemia da Covid-19 ha cambiato idea. E’ così che è arrivata la collaborazione alla realizzazione del cortometraggio “Sulle ali della Vespa” per la regia di Renato Raimo; o quella a “Lockdownlove.it” per la regia di Anna Marcelli – con la partecipazione dell’attore pluripremiato Vincenzo Bocciarelli – che l’ha portata alla vittoria del premio di “Best Costume Design” al “Coliseum International Film Fest”.

Altri grandi successi sono arrivati per un altro cortometraggio del quale la Nazzaro ha curato costumi e scenografia. Si tratta di “Dolly” per la regia di Fabio Schifino che ha ottenuto i riconoscimenti di “Miglior cortometraggio fantasy”, “Migliore regia” e “Miglior montaggio” all’ “Hiff Heart International Italian Film Festival” e quello di “Best Fantasy” al “Rome International Movie Award”.

E sono questi gli ultimi premi di una lunga serie in diversi lustri di carriera.

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