Un gesto tra i più romantici e tradizionalmente legati al corteggiamento: donare fiori, un passaggio da copione nei confronti della donna corteggiata o, semplicemente, da omaggiare elegantemente. Perchè i fiori parlano, dicono di sé, degli altri, diventano messaggi criptici, ma non troppo, che comunicano il non detto, e di questo rimangono emblema; ma, l’evoluzione dei tempi, ha capovolto anche i protagonsti di questo gesto e sempre più donne regalano fiori ad uomini, e non solo. Ci sono donne che regalano fiori ad altre donne, ed uomini che regalano fiori ad altri uomini, ma soprattutto ci sono persone che comprano anche fiori per sé. Così con un po’ di fantasia, andando ancora un po’ oltre lo stigma sociale, ci ritroveremo come la scrittrice e drammaturga spagnola Vanessa Montfort a pensare a Donne che comprano fiori ( Universale Economica Feltrinelli – 2018).
Donne che comprano fiori per parlare a loro stesse e decifrare il loro incoscio con l’alfabeto dei petali. Per parlarne la Montfort si addentra nei ritratti di cinque donne nel quartiere più bohèmien di Madrid, nel cuore del barrio de las Letras, dove si narra abbiano vissuto Cervantes e Lope de Vega, dove un gruppo di donne si ritrova in una piccola oasi verde: il Giardino dell’Angelo di Olivia. Una donna più spirito che corpo, granitica di un passato che segna ed insegna, che all’ombra del simbolo della riappacificazione che gli esseri viventi rincorrono, un olivo centenario, ospita l’intreccio delle vite di cinque donne che comprano fiori. All’inizio li comprano per gli altri, mai per sé: Victoria li compra per il suo amante segret, Casandra per ostentarli in ufficio, Aurora per dipingerli, Gala per donarli alle clienti del suo showroom e l’ultima, Marina, per una persona che non c’è più.
E’ proprio da Marina che parte questa grammatica floreale. Si sente smarrita, abbandonata, dovpo essere rimasta vedova di un marito che da sempre era stato al timone del Peter Pan delle loro vite insieme; quando, per caso, passa davanti al Giardino dell’Angelo, Olivia la invita ad entrare e a lavorare con lei. Lì conoscerà le altre quattro donne, molto diverse tra loro, ma tutte nel centro di un momento cruciale per le loro vite, che, finalmente, dopo tutti questi incontri, prenderanno in mano le loro vite direzionandole secondo i loro veri e più inascoltati desideri in un vortice di profumi, colori, storie dietro ogni stelo o radice.
“Non smettere di sognare diceva il cartello del Giardino dell’Angelo, quel motto, quella richiesta o supplica fu ciò che mi accolse, che mi diede il benvenuto nella mia oasi. E adesso ho più che mai bisogno di sognare. Ho lo stretto di fronte a me. La pericolosa frontiera d’acqua che mi separa dalla fine del mio viaggio. Quella breccia stretta ma ampia tra due continenti in cui ogni anno annegano centinaia di migranti cercando di attraversare le acque fredde e inclementi, che svolgono il loro lavoro come implacabili funzionari della dogana. Un passaggio tra due mari che viene continuamente attraversato da branchi di grandi cetacei marini. Adesso però sono le navi cargo che passano accanto al Peter Pan”.
Un romanzo intenso, passionale, evidentemente pensato da una donna per le donne, con quella compliticità a cui solo le sinergie multicolore al femminile posso dar vita, in circostanze di particolare alchimia. Un inno al coraggio di cambiare e di essere libere, hanno definito questo romanzo ed è vero, alla conquista dell’indipendenza, ancora più vero.D’altro canto le donne che comprano fiori, sono esattamente come quelle che comprano i libri: si dedicano del tempo, si regalano sogni, comunicano desideri, scoprono il mondo ed il loro posto nel suo ventre.