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“Tutte le bugie necessarie per essere felici”, il romanzo della Graziella Di Mambro

“Lascia andare il braccetto nel secondo solco grande. Così…tac. Senti il rumore della punta che tocca il vinile poi fa giusto un giro e mezzo e cominciano i solchi più vicini…parte il suono…senti come sfiora appena la base….riprova…se lascia il braccetto nel primo solco grande rischi che esca dal disco e si rompa. Si spezzerebbe la puntina. Ti devi mettere a circa un centimetro dal vinile, più alto sarebbe troppo perché quando stacca arriverebbero molto forte sul disco e si sentirebbe il rumore. Guarda: toc…piomba sul vinile. Non va. Devi stare a un centimetro e lasciare andare lentamente…tac…deve essere un movimento morbido”. Nulla poteva essere più morbido della sue mani. La verità è un cosa così diversa da quello che appare e scompare, da ciò che fai, da ogni cosa che sembra scontata.

La storia nata dalla penna di Graziella Di Mambro è tutta qui. Il romanzo d’esordio della giornalista di punta del quotidiano “Latina Oggi” è esattamente quanto ella stessa scrive nella prima pagina del primo capitolo: la vita, come un disco, deve essere trattata con cura; per ascoltarla bisogna posizionare la puntina nel modo giusto, al momento giusto per non danneggiarla. Bisogna guardala sempre da vicino – “ a un centimetro” – e come non metti bene a fuoco la tua mente comincia a mentire per farti stare bene. Ti fa sentire solo un paio di mani morbide e la verità che ti racconta è completamente distante dalla realtà in cui la pesca.

Antonia De Francesco con “Tutte le bugie necessarie per essere felici”

Tutte le bugie necessarie per essere felici (EgoEta, 2017) è la storia con cui Graziella Di Mambro è riuscita a dire tutto questo, a raccontarlo con una scorrevolezza stupefacente, in una trama semplice ed efficace. Il punto è che il disco ha un altro lato da ascoltare e allora il romanzo della Di Mambro si impreziosisce di quel “fiuto da cronista” di cui ella stessa non è certamente sprovvista e lo sfondo di questa tragica e catartica vicenda per la protagonista – l’esperta di comunicazione della Mayer, Francesca Dorelli – diventa anche l’occasione di raccontare uno spaccato della Storia di un’Italia, quella degli anni settanta del Novecento, dominata dal Terrorismo.

La piccola storia di Francesca e la grande storia del Paese si intrecciano proprio sotto i suoi occhi pur non vedendolo, neanche sospettandolo, fino a quando il ritrovamento di alcune foto, in casa dei genitori, non la riportano indietro di venticinque anni a rivivere la tragedia della morte del suo primo, indimenticabile, amore – Giovanni – in un incidente stradale, sul quale era arrivata inconsapevolmente mentre si cimentava a fare la giovane reporter.

Quella morte era rimasta lì sospesa in quel momento. Lì l’aveva lasciata andando avanti con la sua vita professionale e privata, ma non l’aveva dimenticata. Così i dettagli delle foto, grazie al nuovo sguardo con cui si ritrova ad osservarle, la spingono a cercare una verità come se ne avesse sempre rimandato la catartica consapevolezza, senza riuscire a piangere il suo Giovanni.

La Di Mambro cerca di raccontare il “rumore che fanno i sentimenti quando inciampano negli spigoli”; si districa con abilità tra la narrazione della nascita del primo amore, la dolorosa elaborazione del lutto, la faticosa ricerca della verità e la granitica scoperta della stessa, vale a dire tutto ciò che si sceglie quando si abbandonano Tutte le bugie necessarie per essere felici.

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