Read for You

“Và, metti una sentinella”, mettila una spia che faccia vibrare la coscienza

Và, metti una sentinella, mettila una spia che sia in grado di farti vibrare la coscienza. Mettila lì in corrispondenza di quel momento in cui giunge la necessità di guardare in faccia la realtà, prenderne atto, osservarla secondo un’angolazione. Piazza questa “sentinella” e lascia che ti suggerisca fino a dove sei disposto ad antemporre l’amore alla ragione, fino a quanto sei in grado di rispettare il tuo prossimo come te stesso, senza diventare tollerante.

Và, metti una sentinella, suggerisce il titolo della travolgente storia di Herper Lee (Universale Economica Feltrinelli, Milano, 2017), nota al grande pubblico per il celeberrimo capolavoro de Il buio oltre la siepe; mettila, dimenticatene e fa che la maschera diventi persona, come accade alla protagonista Jean Louis Finch di ritorno da New York nella sua contea natia di Maycomb, Alabama, che in questo viaggio a casa, già sospinto da un progressivo disagio per un contesto che sente non appartenerle, abbandonderà i panni della piccola Scout e, in un acceso confronto con il padre Atticus, indosserà quelli della donna ventiseienne che ha scelto di diventare.

Come nei temi più cari alla letteratura e alla psicologia, il confrondo diventa affermazione del proprio ego, ma soprattutto desiderio incontenibile di affermare le proprie convinzioni, di combattere per difenderle, disposti a tutto contro tutti. Nella crisi, attraverso la rottura del distacco, si prendono le distanze e, probabilmente per la prima volta, si controlla la posizione e ci si guarda intorno più nitidamente.

Il casus belli per la piccola Scout è il processo del consiglio cittadino a carico di un negro, durante il quale scopre la differenza sottile che il padre, suo eroe e idolo, applica ad una valutazione sociale ed individuale di queste persone di razza diversa. Lo sfondo è quello delle tensioni per i diritti civili e il trambusto politico che negli anni cinquanta stava trasformando il Sud degli Stati Uniti; un quadro all’interno del quale ella si muove e finisce con lo scoprire verità inquietanti sulla sua famiglia, sulla cittadina e sulle persone che le sono più care.

La “bambina”, che sta finalmente raggiungendo Jean Louis, passa per il dolore fisico, pensa alla morte, a scomparire, lascia che raffiorino ricordi del passato in cui proteggersi, quando le sensazioni di smarrimento erano più o meno le stesse, ma nulla è sufficiente a calamarla: la giovane donna Finch si deve affermare e lo può fare solo rompendo quel legame viscerale che ha con suo padre, con cui per troppo tempo ha condiviso coscienza e morale, pensandolo come un Dio.

Così nel romanzo è perfettamente reso tutto lo smarrimento di chi è costretto ad abbandonare un mondo di idee, che diventano effimere illusioni del passato, e la narrazione si fa estremamente attuale. Talmente tanto che si avrebbe voglia, chiuso, il libro di sfidare il razzismo silenzioso, la disriminazione latente ed interrogare:

Perchè non si sentono accapponare la pelle? Come possono credere devotamente a tutto quello che sentono senza vomitare?Io credevo di essere una cristiana, ma non è vero. Sono un’altra cosa e non so cosa. Tutto ciò che ho sempre accettato come giusto o sbagliato me lo hanno insegnato queste stesse persone. Dunque si tratta di me, non di loro. Dev’essermi successo qualcosa. Stanno tutti cercando di dirmi, in uno strano modo sempre uguale, che è tutta colpa dei negri io sono capace di volare, e Dio sa che potrei proprio volarmene fuori dalla finestra da un momento all’altro, ormai”.

Potrebbe anche interessarti...